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lunedì 30 luglio 2007

Festa della crapiata 1 agosto 2007



A Matera il 1° agosto si celebra la Festa della Crapiata, che ricorda le antiche usanze della vita in comunità. Essa è legata alla stagione agricola, al raccolto, alla vita dei Sassi e al vicinato. Per tradizione infatti, in estate, periodo dell'anno in cui la terra aveva donato ogni frutto, ogni famiglia portava nella corte comune una manciata di grano appena trebbiato e una di legumi, che si cuocevano in un unico pentolone con acqua e sale. Si mangiava poi tutti insieme fra canti e balli.
Ancora oggi nel Borgo La Martella e nel Sasso Barisano si festeggia la FESTA DELLA CRAPIATA.


Vi suggeriamo la ricetta così potete preparare in tempo questo piatto tipico della tradizione materana:

Dosi per 4 persone:
300 gr di grano
300 gr di lenticchie
300 gr di fave
300 gr di ceci
300 gr di cicerchie
2 foglie di alloro
olio extra vergine di oliva
sale

Preparazione: lasciare a bagno per una notte i legumi in acqua tiepida, in cui è stato sciolto un cucchiaio di farina e sale. Al mattino risciacquare con acqua fresca. Scolare e far cuocere a fuoco lento con alloro per alcune ore (due o tre). Le lenticchie vanno fatte cuocere a parte con un filo d'olio. Unire e servire.

Nota: mia nonna teneva il grano a mollo per due giorni (si cambia spesso l'acqua) e mezz'ora prima di spegnere la zuppa aggiungeva delle patatine novelle piccolissime.

Se vi recate al Borgo La Martella o nel Sasso Barisano presso i locali di Luca Festa potrete assaggiare un buon piatto di crapiata accompagnato da un bicchiere di vino locale.

Fonti: www.materadoc.it/manifestazioni.htm#crapiata
Ricetta tratta dal libro: La cucina del Parco di Franco Martina, Collana Parcomurgia, Ed. Giannatelli, Matera 2004

venerdì 27 luglio 2007

LA CIALLEDDA FREDDA

IL PANE DI MATERA IN UNA RICETTA ESTIVA

Ingredienti:
600 gr. pezzi di pane raffermo (Pane di Matera)
1/2 kg. Di pomodorini rossi ben sodi
2 cetrioli
sale fino
olio extravergine di oliva
basilico o rughetta
Preparazione:
Tagliare il pane raffermo a pezzettoni, inumidirlo sotto acqua fresca e strizzarlo leggermente tra le mani.
Mettere i tocchetti di pane in una ciotola capiente.
Tagliare i pomodori rossi ed aggiungerli nella ciotola.
Tagliare i due cetrioli in pezzi dopo aver eliminato la parte esterna nel caso i semi fossero troppo grandi. Condire con sale, olio abbondante, ed aggiungere a piacere basilico o rughetta. Mescolare e servire.
(ricetta di Tina F.)

Il pane di Matera



Cominciamo oggi una rassegna dedicata ai prodotti ed alle ricette tipiche della cucina materana, ovviamente non potevamo non partire dal PANE DI MATERA.

Matera vanta antiche tradizioni di arte Bianca ed il suo pane è famoso per la sua gradevole fragranza e l'alta digeribilità. Ricco di storia e di tradizione, il "pane di Matera" deve la sua bontà sia alla specificità della materia prima utilizzata, la "semola rimacinata di grano duro" (cui si aggiungono acqua, sale marino e lievito) che ad un metodo di lavorazione tradizionale (articolato in cinque fasi: 1. Impastamento; 2. Formatura; 3. Lievitazione; 4. Modellatura; 5. Cottura nel forno alimentato a legna o con altra fonte di energia).

La semola utilizzata deve avere caratteristiche ben precise:
umidità massima inferiore al 14%
ceneri da 0,70 a 0,85 ppm
Sostanze azotate dal 5,70 al 10,50%
un P/l a valore medio
Deve avere inoltre un'alta dotazione in glutine e, a tal proposito, vengono utilizzati esclusivamente grani duri locali.
Per la lievitazione vengono usati lieviti naturali, prodotti in casa nel periodo estivo facendo macerare e fermentare albicocche locali.
Questi vengono rigenerati ogni 3-4 ore per evitare il superamento della soglia di acidità.

La lievitazione dura minimo 5 ore e la cottura almeno 2 ore. I lunghi tempi di lievitazione e di cottura garantiscono un'alta digeribilità del pane e permettono una conservazione che super i 15 giorni (a temperatura ambiente in luoghi poco umidi). In genere si consiglia di consumare il pane materano due giorni dopo la cottura ma dipende dai gusti personali.
Era tradizione, un tempo, che ogni massaia preparasse in casa la propria forma di pane e la portasse poi a cuocere dal fornaio. Per riconoscerla, veniva impresso sulla pasta un contrassegno distintivo, solitamente realizzato in legno scolpito con i simboli o le iniziali della famiglia. Tali "timbri da pane" sono ormai quasi scomparsi dall'uso comune ed è più facile trovarli nei musei dedicati alla civiltà contadina. Nella versione originale il pane di Matera è cotto in forno di pietra con legna di quercia.

Le forme raggiungono e a volte superano i cinque chilogrammi di peso.
Il "pane di Matera", nella sue tradizionali forma "alta" e "bassa" (denominati "pane alto" e "pane basso") e soprattutto nella sua più diffusa e particolare forma denominata "cornetto" (a causa della sua caratteristica forma simile a quella della famosa piccola brioche dolce arrotolata ben nota in tutto il mondo), si presenta all'esterno con una gradevole crosta croccante di colore bruno, e all'interno con una mollica alveolata di colore giallo paglierino.

E' l'unico pane che, una volta raffermo non va buttato ma utilizzato per varie ricette come la cialda calda e fredda, bruschetta e il pancotto, uno dei piatti più tipici della tradizione lucana, in cui al pane raffermo si aggiungono un brodo preparato con porri e peperoncino, uova e prezzemolo.

Foto di A. De gennaro.

Informazioni tratte dalla brochure del Consorzio "Il pane di Matera" e dai siti www.andrulli.it e http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/landscape_basilicata/gastronomico/percorsi_gastronomici_pane.htm

Nota: per maggiori informazioni sui timbri del pane e per acquistarli visitate la pagina dell'artigiano materano Antonio Cosola: http://www.antoniocosola.it/

LETTERA DAL SUD SULLA SOBRIETA'





LETTERA DAL SUD SULLA SOBRIETÀ



Signor Presidente,
può uno stile di vita più sobrio renderci più liberi e felici?
Siamo convinti che la sobrietà sia diventata una scelta necessaria.
Le risorse della terra si esauriscono, le diseguaglianze aumentano, costringendo miliardi di persone a vivere nella povertà più assoluta.
Qualcosa deve cambiare!
Questa lettera aperta vuole essere un messaggio di speranza, un invito ad avviare - da subito - azioni personali, iniziative collettive, scelte politiche che portino ad un cambiamento di mentalità e di stili di vita per “vivere più semplicemente e permettere agli altri semplicemente di vivere”.
Infatti “la civiltà moderna è la moltiplicazione all’infinito di necessità non necessarie”.

CHI SIAMO E A CHI CI RIVOLGIAMO

A 40 anni dalla pubblicazione di “Lettera a una Professoressa” e dalla morte di don Lorenzo Milani, ci siamo confrontati con alcuni allievi della Scuola di Barbiana. Siamo cittadini che da anni partecipano alle settimane di formazione del Gruppo Educhiamoci alla Pace di Bari (GEP) che ricercano “stili di vita nonviolenti” e affrontano “sfide formative per il cambiamento di mentalità”.
Ci rivolgiamo a coloro che hanno responsabilità, ai politici, agli educatori, a tutte le persone, bambini e bambine, donne e uomini “semplici”, che vivono vicino o lontano da noi.

COSA VOGLIAMO E COSA CI PROPONIAMO

Vivere è - per noi - come un grande viaggio sulle strade della terra. La terra è il “bene comune” di tutta l’umanità. Quando prepariamo una valigia mettiamo dentro mille e mille cose che si pensa possano servire. Ci incamminiamo, ma durante il percorso siamo affaticati dal carico e ciascuno di noi si chiede: “Cosa posso lasciare per rendere il mio cammino più leggero??”
Vivere in sobrietà per noi significa alleggerire questo bagaglio. In altri termini:

1. PICCOLO È BELLO
Per risolvere bisogni di ognuno di noi non servono grandi strutture e grandi numeri. E.F.Schumacher ci ricorda che“L’uomo è piccolo, e perciò piccolo è bello. Procedere verso il gigantismo significa procedere verso l’autodistruzione.”

2. PRODUZIONE LOCALE
Utilizzare prodotti locali vuol dire salvaguardare i mestieri e l’economia del luogo in cui viviamo.
Quando ci riferiamo al cibo abbiamo la garanzia di maggior freschezza, più gusto, minor spostamento di merci e quindi minor inquinamento. Coltiviamo semi antichi che si sono adattati al clima e al suolo di ogni singolo territorio.

3. MEGLIO E MENO
Abbiamo bisogno di strumenti e beni che durino a lungo. È meglio privilegiare la qualità e non la quantità, in contrapposizione alla logica dell’usa e getta.

4. VIVERE I TEMPI NATURALI
C’è una stagione per seminare e una stagione per raccogliere. Ritorniamo a rispettare i luoghi e i tempi della natura.


5. MANI ABILI
Le mani sono uno strumento importante dell’uomo. La mano è l’arto che caratterizza gli esseri umani da tutti gli altri esseri viventi. Riteniamo che soprattutto nella scuola, lavorare con le mani significa recuperare il rapporto con un rito, con una manualità, che contribuisce allo sviluppo armonico della persona.

6. CONVIVIALITÀ
Siamo parte di comunità: abbiamo a cuore (I CARE) il ben-vivere dell’essere piuttosto che il benessere dell’avere. La sobrietà è per noi strettamente legata allo “star bene”, all’autorealizzazione, alla consapevolezza, all’apertura agli altri, alla pienezza delle relazioni interpersonali.

7. ECONOMIA DELLA SOLIDARIETÀ
L’economia, per noi, è la via per favorire l’aiuto reciproco fra le persone. Oggi abbiamo esempi concreti di economia di mutuo sostegno: gruppi collettivi di acquisto, banche del tempo, distretti di economia solidale, finanza critica, mercatini locali, forme di scambio e di baratto di beni autoprodotti. Esiste quindi l’economia privata, l’economia pubblica, ma anche l’economia del “far da sé”.

8. SEMPLICITÀ ED ESSENZIALITÀ
Un modello di sviluppo orientato esclusivamente alla “crescita quantitativa” e al “consumismo sfrenato” crea un conflitto mondiale permanente. Lo squilibrio fra Nord e Sud del mondo si può ridurre solo se ci impegniamo a soddisfare i “bisogni essenziali” di tutti.

9. USO E NON POSSESSO
Gli oggetti sono oggi usati quasi esclusivamente per “mostrare” e per creare “immagine”.
Diamo valore a beni e prodotti, quando vengono “usati” e non posseduti. Molti strumenti di uso quotidiano (energia, auto, lavatrice…) li possiamo condividere o acquistare collettivamente.

10. BIO-DIVERSITÀ
La biodiversità non si improvvisa. È il lavoro costante e incessante della natura e di generazioni di uomini e donne che, giorno dopo giorno, per “prove ed errori” sono arrivati a produrre la vita. Salvaguardiamo “colture” e “culture” diverse.

I partecipanti Campo Allegra…mente 11
“Dalla sobrietà necessaria alla sobrietà felice”
Gruppo Educhiamoci alla Pace di Bari

Gegè Scardaccione, Anna Tomasicchio, Francesco D’Alessandro, Edoardo Martinelli, Francuccio Gesualdi, Giuseppe Carbone, Piera Gornati, Michele Cecere, Mimma Visone, Lucrezia Carbonara, Ester Picchio, Luca Tomagnone, Marilù Galiani, Andrea Stella, Lucrezia Stella, Milly Paparella, Rosalina Ammaturo, Anna Rosa Romano, Ester Loredana Ranito, Gianfranco Zavalloni, Nica Franco, Francesco Scardaccione, Heli Becker, Fatima Vilardi, Giovanni Caramia, Sofia Sciardò, Sabina Di Michele, Gianpaolo Petrucci, Elena Musci, Anna Chinni, Gianfranco Juliano.

Per contatti e adesioni:
· Gruppo Educhiamoci alla Pace di Bari
· Centro Nuovo Modello di Sviluppo
· Centro di Documentazione Scuola di Barbiana
· Sito web www.scuolacreativa.it

Villa della Speranza - Ostuni (BR) - 21 luglio 2007




Quest'anno, purtroppo, non abbiamo potuto partecipare al campo di formazione del Gruppo Educhiamoci alla Pace: il tema era quello della sobrietà di vita possibile/necessaria per cambiare il corso di questo nostro cammino nel mondo.
Quello che segue qui sotto è il prodotto di questa esperienza, un breve documento sulla sobrietà che i partecipanti al campo propongono come base di discussione ed impegno.


Si chiede a tutti di farlo proprio e provare a mettere in pratica le indicazioni in esso contenute. Insomma, di non limitarsi a girarlo in rete, ma a realizzarlo davvero...


Genius Loci - Matera


lunedì 23 luglio 2007

Bicentenario nascita di Garibaldi

Anche noi celebriamo (a modo nostro!) il bicentenario della nascita di un eroe italiano amato in tutto il mondo.



Garibaldi su un cucù: creato da Piero Colapietro.

giovedì 19 luglio 2007

Tony Montemurro: Parlami bel Danubio - Mostra personale

L'Associazione Culturale GENIUS LOCI di Matera annuncia l'inaugurazione della mostra personale di Tony Montemurro:

I SASSI NEL MONDO

Seconda tappa: Vienna

MOSTRA PERSONALE DEL PITTORE
TONY MONTEMURRO
“Parlami bel Danubio”


MATERA, 21 - 31 Luglio 2007

La mostra è ospitata nei locali della
Cremeria Vienna
Via Bruno Buozzi
Sasso Caveoso - Matera


Tony Montemurro, da “artista viaggiatore”, ama catturare immagini, rumori, odori e tutto ciò che nelle terre ospitanti ha sollecitato i suoi sensi ed il suo cuore, per fissarne le emozioni vissute su tela.
Egli, nelle opere create in viaggio, che ogni anno amiamo mostrare nell’appuntamento I SASSI NEL MONDO, fa dialogare le emozioni vissute nel presente con la sua storia saldamente ancorata al passato ed alla terra natia.
Tony ascolta i luoghi in riverente silenzio, lascia che ogni cosa intorno gli parli e fa sì che la sua arte diventi il mezzo con il quale i luoghi si incontrano e dialogano.
Il Danubio così accoglie nel suo morbido abbraccio la festante nave della Bruna ed i luoghi amati della città di Matera diventano tesori inestimabili pari a quelli degli Asburgo.
Con Tony scopriamo che l’arte è il luogo dell’incontro tra le culture, luogo in cui passato e presente si ritrovano, l’arte è il luogo del sogno possibile.


Tina Festa







Abbiamo chiesto a Tony:
PERCHE’ Vienna?
“La visita alla capitale austriaca era nei miei sogni di gioventù. A Vienna, città di incomparabile bellezza, ho visto subito il Danubio. L’incanto del fiume, larghissimo e navigabile, placido nel suo scorrere mi ha stimolato un invito: “PARLAMI BEL DANUBIO!”.
Le acque, con il loro continuo sussurro e il mormorio della flora dei parchi, mi hanno parlato della musica dei grandi compositori, di danze popolari, di gigantesche chiese e superbi monumenti, di palazzi storici e del tesoro degli Asburgo, della Ruota e tante altre bellezze indimenticabili. Il Danubio ha chiesto di me e del mio mondo. Dipingo.
Ho parlato della Murgia e le grotte primitive, delle Cento Chiese e di affreschi di ogni tempo, dei miei amati Sassi e la festa della Bruna, di fischietti a pasquetta e variopinti palloncini, del pane profumato e del mare con tanti fiumi, delle magiche aurore e le albe lucane con voli di rondini, falchi grillai e tante altre caratteristiche di Matera e dintorni. Da questo silenzioso ed idilliaco scambio culturale sono nate le opere presenti nella mostra. L’Europa è parte integrante della mia vita artistica.”
Tony Montemurro.

lunedì 9 luglio 2007

IL COLORE DELLA FESTA - TONY MONTEMURRO


Si protrae fino al 14 luglio la mostra di 14 tele create dall'artista materano TONY MONTEMURRO dedicate alla Festa della Bruna. La mostra è ospitata nella sede del Circolo L' Atrio, in via San Biagio 29 a Matera.


"Pensi ad una mostra di pittura che ritrae “semplicemente” con dovizia di particolari e rigore storico i vari momenti della festa, ma scopri con sorpresa che il vero protagonista sei tu. Sei tu perché ogni angolo di questa collezione è vita che pulsa e che comincia a pulsare in te che ti ritrovi a dare un volto a uno dei tanti personaggi che Tony ritrae senza lineamenti, invitandoti a diventare parte delle sue tele, parte della grande passione che si scatena nella furia creativa che ha originato queste 14 opere Naif, eccellente conferma della maturità artistica, ritratto della sua virtuosissima anima, espressione dei suoi sentimenti più segreti e manifestazione della sua più profonda spiritualità."
Licia Morano



Per maggiori informazioni:
http://www.latrio.org/

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