La scelta di iniziare questa rassegna con Tommaso Niglio non è casuale, in quanto Niglio è attualmente l'artigiano materano, creatore di ceramiche sonore, più conosciuto in Italia ed all'estero dai cultori dei fischietti.
D. Quando hai cominciato a creare fischietti? Vi è una tradizione nella tua famiglia?
R. La tradizione della creazione dei fischietti nella mia famiglia comincia con mio nonno, nato nel 1865. Poi ha continuato mio padre e poi ancora io e mio fratello. Chi si è maggiormente prodigato in quest'arte siamo stati io e mio fratello maggiore, ora scomparso, che in realtà è stato il mio maestro. Mio fratello era del 1923, io sono nato nel 1927. Io ho osservato mio nonno, mio padre, mio fratello e da loro ho appreso quest'arte. Quando mio nonno era anziano io ero il suo bastone: lo aiutavo a cuocere i fischietti e a decorarli. Insieme andavamo a vendere i nostri lavori a Picciano nelle domeniche di maggio o ai Cappuccini nel giorno di Pasquetta ('u capiccil). Anche a Cristo la Gravinella nei venerdì di marzo...
Io avevo 7 anni, andavo a scuola, al doposcuola dal maestro di pittura - allora era tutto diverso da oggi - poi a 14 anni quando ho cominciato a lavorare, grazie ai metodi di insegnamento di un tempo ero già pronto per l'attività che ho svolto nella vita, quella di pittore e decoratore di interni. Mio padre e mio nonno avevano una fornace di mattoni laterizi: tegole, mattoni per pavimenti e mattoni per i forni dei macellai e così via. Il loro lavoro era stagionale così come è stato il mio legato alle condizioni climatiche e stagionali. Quando mio nonno ha venduto la fornace, siccome avevamo una "bottega", un luogo nel quale avevamo le scale, i colori e tutto quanto serviva per l'attività di decorazione, abbiamo creato una fornace per cuocere i fischietti. Era una fornace a paglia, a segatura. Poi finalmente sono arrivati i nuovi forni elettrici. Vorrei dare un premio a chi li ha inventati!
D. Quali sono i tuoi ricordi legati alla festa di Picciano?
R. Noi a Picciano tenevamo una camera (un piccolo fabbricato), perché quando mio nonno fornì del materiale edilizio al comune per costruire queste camere a Picciano, si riservò il diritto di tenerne una. Quella intorno a Piacciano era una zona nella quale i contadini avevano terreni che facevano a mezzadria con il Comune oppure si faceva la carbonella. Nelle domeniche di maggio quando quando finiva la Via Crucis e la Madonna entrava in Chiesa tutti i forestieri venivano nel nostro locale e compravano tutti i nostri cuccù, prima di ritornare al loro paese. Era da non credersi la ressa che si creava per quanti volevano acquistare i nostri fischietti!
D. Quali sono i pezzi della tradizione materana?
R. I soggetti di una volta oltre ai cucù erano “le pupette", i carabinieri, i limoni.
D. Puoi dirci qual è la tecnica che usi?
R. Continuo ad usare le tecniche che ho appreso da bambino. L'unica cosa che è cambiata è nella cottura.Ricordo i forni a legna che avevamo prima, fare le cotture era difficilissimo e non vi dico quanti pezzi si rompevano durante la cottura. Ora invece con i nuovi forni è tutto diverso! I miei pezzi più grandi sono ricchi di ornamenti. Io preferisco prepararmi tutti questi particolari in anticipo. Uso dei colori idrolavabili per decorare i pezzi.
D. Qual è il fischietto che vorresti realizzare in futuro?
R. Non ce n’è nessuno in particolare. Le idee mi vengono all'improvviso, seguo l'estro del momento. E ho sempre tante idee! Non mi fermo un attimo! Io sono un tipo che deve sempre essere in movimento!
R. A nessun fischietto. Sono legato invece ad un pupo da presepe, fatto nel 1986 da mio fratello Giuseppe.
Tommaso ci parlapoi delle persone che vanno a trovarlo a casa, soprattutto i cultori dei fischietti ed i collezionisti di tutt'Italia. Ci racconta dei concorsi ai quali ha partecipato. Ogni cosa che ci racconta è detta con allegria ed ilarità, ci dice: “se non la finiscono di darmi il primo premio farò ricorso al Tar!”
Osserviamo le foto, appese in stanza, a 13 anni in posa con la sigaretta: a qull'età ha cominciato a suonare insieme alla Hot Jazz Band creata da Tommaso e da altri appasionati musicisti materani nel 1949.
Ci parla della sua vita, ci racconta di momenti allegri, e dei momenti difficili soprattutto durante la guerra. Sempre aggiunge: si sta meglio ora!
Ci mostra i suoi capolavori d'oggettistica plastica ceramica e mentre i suoi racconti spaziano tra vita e arte ci rendiamo sempre più conto di quanto il suo spirito vivace e combattivo abbia intriso le sue opere.
Andiamo via sicuri di aver incontrato una persona speciale, un artista ed un uomo che è parte integrante nella cultura viva della città di Matera.
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