“I cuchi li faccio così, per passione. Non ho altre ambizioni. Così a volte lavoro qui nel mio laboratorio dalla mattina presto fino a tardi, e quando mi chiama mia Moglie perchè è pronto in tavola, magari le rispondo: aspetta ancora un attimo, che sto finendo un cuco!”
Nel suo laboratorio di Nove (Vicenza), Tarcisio Destro ci racconta volentieri di quella passione per i cuchi che lo accompagna da quando aveva vent’anni o giù di lì. Ed a conti fatti, sono quasi 6 decadi che questo Maestro cucaro modella i suoi pezzi: “Ho iniziato a fare i cuchi nel lontano '56, forse anche qualche anno prima. Poi ho continuato, e continuo tutt’ora. Forse perché così mi sento giovane!
A farli mi ha insegnato Nerone Nicoli, un grande Maestro con cui ho avuto la fortuna di lavorare. E l'altro Maestro per me è stato il Professor Gino Cuman, un grande modellatore."
Una delle cose affascinanti del racconto di questo ceramista è che è in grado di testimoniare le diverse funzioni che il fischietto ha assunto nel secolo scorso, passando da giocattolo a oggetto di collezionismo: "Negli anni ’50 gli acquirenti dei fischietti erano ancora i bambini. E si vendevano nelle sagre di paese, naturalmente. Per esempio nella sagra di Nove, che è il 29 e 30 di giugno, assieme alla frutta e ai giocattoli, c'erano sulle bancarelle questi fischietti.
Non erano fatti e dipinti come adesso. Era robetta piccola, e come colori utilizzavamo la calce per fare il fondo bianco e poi i colori da muro, che si compravano nei negozi di ferramenta.
La cosa divertente è che ero molto geloso dei miei primi fischietti. Mica li vendevo: li tenevo nascosti! Quando per la prima volta ne ho venduto qualcuno stavo quasi per uscire in strada e correre dietro all’acquirente per farmeli dare indietro!
Naturalmente facendo i fischietti in terracotta non sei in grado di mandare avanti una famiglia, bisognava lavorare in fabbrica. Solo a tempo perso mi dedicavo a fare queste cose. Ho lavorato tanto in fabbrica, oltre 25 anni. Poi mi sono messo a lavorare per conto mio e ho lavorato come artigiano per 12 anni.
Sono andato in pensione nel ‘93, e a quel punto mi sono potuto buttare giù a capofitto a fare i miei fischietti. Nessuno mi disturbava, e io nella quiete del mio scantinato ho creato un pò di tutto. "
Un trionfo di forme e colori
Il laboratorio di Tarcisio Destro strabocca di fischietti e altri manufatti, che non si limitano a riempire ogni parete, ma pendono persino dal soffitto. Essendo più alto di lui di alcuni centimetri, sbatto continuamente la testa contro alcuni di questi oggetti appesi mentre mi aggiro curioso nei due grandi ambienti dedicati uno alla lavorazione e l’altro all’esposizione dei pezzi. Guardando i cuchi che Tarcisio ha creato negli anni si rimane stupiti dalla sua fantasia e abilità nel creare soggetti diversi, spesso coloratissimi. E lui ci conferma che quello di trovare forme e stili sempre nuovi è un gusto a cui anche dopo tanti anni non rinuncia:
"La mattina mi sveglio, e magari prima ancora di alzarmi dal letto penso a cosa posso fare di diverso. Ad esempio ho fatto delle cose ispirate all’America Latina, o alle statue dell’Isola di Pasqua, o ancora al gatto e all’aquila egizia.”
Tarcisio passa in rassegna alcune delle sue creazioni: “Questo è un fischietto ad acqua doppio. E’una creazione mia, ha due diverse cannucce che vanno a pescare nel serbatoio. E ne viene fuori un suono formidabile” La successiva dimostrazione pratica di come suoni questo fischietto prova che le sue parole non sono esagerate.
"Questa è una cuca buffona. E’ un po’ complicata da fare, perché bisogna costruirla in due parti. La parte sotto deve suonare da fischietto, in quella superiore ci si mette il borotalco. Una volta si usava il nero fumo, la fuliggine.
Faccio anche delle ocarine, ma a dirvi la verità per quelle mi aiuta un musicista. Me le sistema, le fa suonare insomma, perché io di musica non me ne intendo."
Oltre che trovando forme sempre nuove, Tarcisio Destro si diverte a stupire facendo fischiare i pezzi in modi insoliti: “A me non piace che ci sia il pippolo in vista. Dal punto di vista estetico mi piace più che la parte fischiante sia nascosta. E magari lo faccio fischiare da posti insoliti, anche da sotto. Ho fatto suonare anche le tette delle mucche!"
Tra le diverse tipologie di fischietti, la sua preferenza va decisamente a quello globulare, che considera più raffinato ed in fondo più autentico: "In altri paesi dove c'è la tradizione dei fischietti, spesso modellano la figura e poi ci mettono il pippolo attaccato. Noi invece qua a Nove modelliamo quasi sempre il fischietto insieme alla figura, che fa da cassa di risonanza. Ed anche io preferisco fare in modo che tutta la figura sia lo strumento che suona.”
Il Gruppo Cucari Veneti
Nel suo laboratorio di Nove (Vicenza), Tarcisio Destro ci racconta volentieri di quella passione per i cuchi che lo accompagna da quando aveva vent’anni o giù di lì. Ed a conti fatti, sono quasi 6 decadi che questo Maestro cucaro modella i suoi pezzi: “Ho iniziato a fare i cuchi nel lontano '56, forse anche qualche anno prima. Poi ho continuato, e continuo tutt’ora. Forse perché così mi sento giovane!
A farli mi ha insegnato Nerone Nicoli, un grande Maestro con cui ho avuto la fortuna di lavorare. E l'altro Maestro per me è stato il Professor Gino Cuman, un grande modellatore."
Una delle cose affascinanti del racconto di questo ceramista è che è in grado di testimoniare le diverse funzioni che il fischietto ha assunto nel secolo scorso, passando da giocattolo a oggetto di collezionismo: "Negli anni ’50 gli acquirenti dei fischietti erano ancora i bambini. E si vendevano nelle sagre di paese, naturalmente. Per esempio nella sagra di Nove, che è il 29 e 30 di giugno, assieme alla frutta e ai giocattoli, c'erano sulle bancarelle questi fischietti.
Non erano fatti e dipinti come adesso. Era robetta piccola, e come colori utilizzavamo la calce per fare il fondo bianco e poi i colori da muro, che si compravano nei negozi di ferramenta.
La cosa divertente è che ero molto geloso dei miei primi fischietti. Mica li vendevo: li tenevo nascosti! Quando per la prima volta ne ho venduto qualcuno stavo quasi per uscire in strada e correre dietro all’acquirente per farmeli dare indietro!
Naturalmente facendo i fischietti in terracotta non sei in grado di mandare avanti una famiglia, bisognava lavorare in fabbrica. Solo a tempo perso mi dedicavo a fare queste cose. Ho lavorato tanto in fabbrica, oltre 25 anni. Poi mi sono messo a lavorare per conto mio e ho lavorato come artigiano per 12 anni.
Sono andato in pensione nel ‘93, e a quel punto mi sono potuto buttare giù a capofitto a fare i miei fischietti. Nessuno mi disturbava, e io nella quiete del mio scantinato ho creato un pò di tutto. "
Un trionfo di forme e colori
Il laboratorio di Tarcisio Destro strabocca di fischietti e altri manufatti, che non si limitano a riempire ogni parete, ma pendono persino dal soffitto. Essendo più alto di lui di alcuni centimetri, sbatto continuamente la testa contro alcuni di questi oggetti appesi mentre mi aggiro curioso nei due grandi ambienti dedicati uno alla lavorazione e l’altro all’esposizione dei pezzi. Guardando i cuchi che Tarcisio ha creato negli anni si rimane stupiti dalla sua fantasia e abilità nel creare soggetti diversi, spesso coloratissimi. E lui ci conferma che quello di trovare forme e stili sempre nuovi è un gusto a cui anche dopo tanti anni non rinuncia:
"La mattina mi sveglio, e magari prima ancora di alzarmi dal letto penso a cosa posso fare di diverso. Ad esempio ho fatto delle cose ispirate all’America Latina, o alle statue dell’Isola di Pasqua, o ancora al gatto e all’aquila egizia.”
Tarcisio passa in rassegna alcune delle sue creazioni: “Questo è un fischietto ad acqua doppio. E’una creazione mia, ha due diverse cannucce che vanno a pescare nel serbatoio. E ne viene fuori un suono formidabile” La successiva dimostrazione pratica di come suoni questo fischietto prova che le sue parole non sono esagerate.
"Questa è una cuca buffona. E’ un po’ complicata da fare, perché bisogna costruirla in due parti. La parte sotto deve suonare da fischietto, in quella superiore ci si mette il borotalco. Una volta si usava il nero fumo, la fuliggine.
Faccio anche delle ocarine, ma a dirvi la verità per quelle mi aiuta un musicista. Me le sistema, le fa suonare insomma, perché io di musica non me ne intendo."
Oltre che trovando forme sempre nuove, Tarcisio Destro si diverte a stupire facendo fischiare i pezzi in modi insoliti: “A me non piace che ci sia il pippolo in vista. Dal punto di vista estetico mi piace più che la parte fischiante sia nascosta. E magari lo faccio fischiare da posti insoliti, anche da sotto. Ho fatto suonare anche le tette delle mucche!"
Tra le diverse tipologie di fischietti, la sua preferenza va decisamente a quello globulare, che considera più raffinato ed in fondo più autentico: "In altri paesi dove c'è la tradizione dei fischietti, spesso modellano la figura e poi ci mettono il pippolo attaccato. Noi invece qua a Nove modelliamo quasi sempre il fischietto insieme alla figura, che fa da cassa di risonanza. Ed anche io preferisco fare in modo che tutta la figura sia lo strumento che suona.”
Il Gruppo Cucari Veneti
Negli ultimi due decenni, Tarcisio ed altri maestri riuniti nell’associazione dei Cucari Veneti, hanno contribuito non poco al rilancio dei fischietti in terracotta, intesi sia come riscoperta di una tradizione culturale del territorio, sia come forma di espressione artistica moderna e in grado di rinnovare continuamente se stessa.
“Insieme a Francesco Stocchero e a pochi altri artigiani siamo stati i fondatori del Gruppo Cucari Veneti. L’associazione è nata ufficialmente nel ’96, ma ci eravamo già formati come gruppo qualche anno prima. I primi 7 siamo stati noi, poi si sono aggregati altri e oggi siamo arrivati a 30 artigiani associati."
I Cucari Veneti organizzano regolarmente esposizioni di fischietti a tema che riscuotono un notevole successo tra gli appassionati. Oltre agli artigiani veneti sono stati spesso invitati ad esporre maestri provenienti da altre regioni in cui esiste la tradizione dei fischietti, come la Puglia e la Basilicata. Di queste esposizioni esistono anche dei bei cataloghi.[1]
“La prima mostra di cuchi l'abbiamo organizzata a dicembre del '94 qui a Nove, vicino al Museo della Ceramica. Ricordo che sgobbammo tanto per metterla su.
Per queste mostre ogni anno stabiliamo un tema diverso e modelliamo dei fischietti su quell'argomento. Una delle ultime mostre ad esempio è stata sul tema della religiosità. Ed io ho fatto il prete ed il campanaro con il cesto delle uova. Perchè una volta i parroci andavano in giro per le campagne a dare la loro benedizione e raccoglievano le offerte. Qualcuno dava delle uova, chi poteva donava un pollo, e se qualcuno aveva anche dei soldi dava anche quelli.
Per la mostra "il Cuco a Tavola" ho fatto suonare anche tre fischietti a forma di scodella, di pane e di cucchiaio. "
L’Associazione organizza anche attività didattiche rivolte alle scuole e partecipa a manifestazioni culturali: “Con il gruppo Cucari Veneti siamo stati in numerose scuole, come Castelfranco Veneto, Rosà, Nove. Insegniamo ai bambini a prendere confidenza con la creta ed a fare i fischietti.
Siamo stati anche due volte a Roma, ospiti del Museo delle Arti e Tradizioni Popolari dell'EUR. La prima volta è stata nel '95, durante la mostra dei fischietti.[2] Poi nel '96 siamo tornati.
Abbiamo fatto un successo enorme! Arrivavano tantissime scolaresche, dalla prima elementare alla terza media. Noi facevamo le nostre dimostrazioni di come si fanno i cuchi, e i ragazzini erano entusiasti. Abbiamo fatto una cagnara da non finire con ‘sti fischietti!
Tra l’altro c’erano le maestre che spingevano via i ragazzini perché volevano rimanere loro loro davanti a godersi lo spettacolo!
Poi ci capita di andare qui e lì a fare delle iniziative. Ultimamente ci hanno chiamato a Marostica ad una mostra di artigianato. Quando c’è una iniziativa chiamano noi Cucari per fare un po’ di baccano ed attirare gente!”
I testi e le foto sono proprietà di Massimiliano Trulli, massitrulli@gmail.com, vietata la riproduzione.“Insieme a Francesco Stocchero e a pochi altri artigiani siamo stati i fondatori del Gruppo Cucari Veneti. L’associazione è nata ufficialmente nel ’96, ma ci eravamo già formati come gruppo qualche anno prima. I primi 7 siamo stati noi, poi si sono aggregati altri e oggi siamo arrivati a 30 artigiani associati."
I Cucari Veneti organizzano regolarmente esposizioni di fischietti a tema che riscuotono un notevole successo tra gli appassionati. Oltre agli artigiani veneti sono stati spesso invitati ad esporre maestri provenienti da altre regioni in cui esiste la tradizione dei fischietti, come la Puglia e la Basilicata. Di queste esposizioni esistono anche dei bei cataloghi.[1]
“La prima mostra di cuchi l'abbiamo organizzata a dicembre del '94 qui a Nove, vicino al Museo della Ceramica. Ricordo che sgobbammo tanto per metterla su.
Per queste mostre ogni anno stabiliamo un tema diverso e modelliamo dei fischietti su quell'argomento. Una delle ultime mostre ad esempio è stata sul tema della religiosità. Ed io ho fatto il prete ed il campanaro con il cesto delle uova. Perchè una volta i parroci andavano in giro per le campagne a dare la loro benedizione e raccoglievano le offerte. Qualcuno dava delle uova, chi poteva donava un pollo, e se qualcuno aveva anche dei soldi dava anche quelli.
Per la mostra "il Cuco a Tavola" ho fatto suonare anche tre fischietti a forma di scodella, di pane e di cucchiaio. "
L’Associazione organizza anche attività didattiche rivolte alle scuole e partecipa a manifestazioni culturali: “Con il gruppo Cucari Veneti siamo stati in numerose scuole, come Castelfranco Veneto, Rosà, Nove. Insegniamo ai bambini a prendere confidenza con la creta ed a fare i fischietti.
Siamo stati anche due volte a Roma, ospiti del Museo delle Arti e Tradizioni Popolari dell'EUR. La prima volta è stata nel '95, durante la mostra dei fischietti.[2] Poi nel '96 siamo tornati.
Abbiamo fatto un successo enorme! Arrivavano tantissime scolaresche, dalla prima elementare alla terza media. Noi facevamo le nostre dimostrazioni di come si fanno i cuchi, e i ragazzini erano entusiasti. Abbiamo fatto una cagnara da non finire con ‘sti fischietti!
Tra l’altro c’erano le maestre che spingevano via i ragazzini perché volevano rimanere loro loro davanti a godersi lo spettacolo!
Poi ci capita di andare qui e lì a fare delle iniziative. Ultimamente ci hanno chiamato a Marostica ad una mostra di artigianato. Quando c’è una iniziativa chiamano noi Cucari per fare un po’ di baccano ed attirare gente!”
Note
[1] Sono stati pubblicati: I cuchi…musicanti” 2006; Il Cuco a Tavola 1998; Curari e Figuli – mostra di ceramiche fischianti appese 1997; Il Cuco contenitore zoomorfo 2002. Si veda il sito del Gruppo Curari Veneti per maggiori informazioni http://www.ceramics.it/cucari/cucari.html
[2] Si tratta della mostra di fischietti più importante mai realizzata in Italia, dal titolo "la Terra, il Fuoco, l'Acqua, il Soffio" che si tenne dal 6 aprile al 31 dicembre 1995 presso il Museo delle Arti e Tradizioni Popolari di Roma.
[2] Si tratta della mostra di fischietti più importante mai realizzata in Italia, dal titolo "la Terra, il Fuoco, l'Acqua, il Soffio" che si tenne dal 6 aprile al 31 dicembre 1995 presso il Museo delle Arti e Tradizioni Popolari di Roma.
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