La locandina dell’evento annunciava una “Giornata di festa a San Giorgio Scarampi, con l’esposizione dell’artista russo Valery Kurtmulaev”. Ma quella che si è inaugurata il 15 agosto 2011 non è una mera mostra di ceramiche fischianti, nè la semplice personale di un ceramista. Il numeroso pubblico che ha deciso di trascorrere il Ferragosto a San Giorgio Scarampi ha potuto constatare che La Semina dei Fischietti è un evento artistico complesso, di grande raffinatezza, profondità e impatto emotivo.
D’altronde ormai da molti anni Anemos e Arti Vaganti - che insieme alla Scarmpi Foundation hanno ideato e organizzato la giornata - ci hanno abituati a operazioni di questo livello: eventi di grande bellezza e carica innovativa, in cui si mescolano diversi linguaggi espressivi, dalla ceramica sonora, ad altre arti plastiche e figurative, alla musica, alla poesia.
Incantevole cornice della Semina dei Fischietti è stata ancora una volta San Giorgio Scarampi ed il suo splendido Oratorio dell’Immacolata – è la terza volta dopo le mostre “Bacco e i suoni dell’anima” e “Guarda l’uccellino”. E questo minuscolo paese delle Langhe astigiane ha risposto con il consueto entusiasmo, regalando a tutti i visitatori i suoi panorami mozzafiato, la squisita ospitalità dei suoi abitanti, gli altrettanto squisiti prodotti enogastronomici nell’area.
Pesci acquatici e pesci volanti
Tema principe della mostra è quello del pesce, rappresentato nel suo naturale elemento acquatico, ma anche trasfigurato e capace di spiccare il volo verso altri lidi, facendosi messaggero di libertà e poesia.
E difatti per preparare il terreno alla trasformazione di questi pesci in creature aeree e rendere possibile il loro volo sulle Langhe, nelle settimane precedenti all’inaugurazione, un gruppo di artisti, poeti ed amici ha dato vita ad una visionaria “semina dei pesci”. Centinaia di fischietti a forma di pesce e con inciso sulle squame il nome di un poeta sono stati lanciati nel greto dei fiumi piemontesi, fecondandoli. Altre semine sono ancora previste nelle prossime settimane (sono stati usati esclusivamente pesci di terra cruda, che si sciolgono al contato con l’acqua senza contaminare l’ecosistema di questi corsi d’acqua).
L’operazione si richiama ad una tradizione dei popoli Maya, che erano soliti seminare nel terreno fischietti come rito propiziatorio ed auspicio di fertilità.
Entrando nell’Oratorio dell’Immacolata - l’ambiente che ospita la mostra - il colpo d’occhio è emozionante. Già la piccola chiesa sconsacrata - con le sue pareti spoglie e completamente bianche - è di per se incantevole. La scelta consapevole dei curatori della mostra è stata quella di rispettare in pieno la magia e l’incanto di questo luogo. Si è resistito alla facile tentazione di sovraccaricare l’ambiente di opere, realizzando invece una mostra essenziale, fatta di poche installazioni scelte e collocate con gusto nella navata e nel transetto dell’Oratorio.
Un po’ alla volta i visitatori entrano nel piccolo ambiente, osservano le opere, hanno la possibilità di girare tutto attorno ad esse, e magari di accostarvisi per soffiarci dentro e provarne il suono.
Le sculture fischianti di Kurtmulaev
Indubbiamente uno dei principali motivi di interesse della Semina dei Pesci è costituito dalle sculture di Kurtmulaev.
Sono ormai molti anni che questo artista russo è diventato uno degli autori di riferimento per gli amanti della ceramica e dei fischietti in terracotta. Tuttavia Kurtmulaev è noto quasi esclusivamente per i suoi fischietti di piccole dimensioni. In questo caso i visitatori hanno invece l’occasione unica di vedere le sue sculture di grandi dimensioni – tutte rigorosamente fischianti. Si tratta peraltro di pezzi mai esposti prima e realizzati nella primavera del 2011 ad hoc per la Semina dei Fischietti. Per preparare questi pezzi il Maestro Kurtmulaev ha lavorato per un intero - e molto intenso - mese di lavoro trasferendo sull’argilla una serie di idee e suggestioni elaborate con il decisivo contributo creativo di Armando Scuto.
Sono in particolare 3 le sculture di grandissime dimensioni presenti in mostra firmate da Kurtmulaev. In primo luogo un Orco benigno con un lungo corpo da serpente e 4 grandi teste; l’opera – lunga alcuni metri e composta da moduli scomponibili – è stata assemblata per la mostra di San Giorgio Scarampi in 4 tronconi che danno la suggestione visiva di uscire e poi rientrare dalle pareti della chiesa; dentro di sé l’Orco cova uova di pesce e di altri animali che una volta cresciuti spiccano il volo e lasciano il loro incubatore.
Poi c’è Taluc - il dio del vento – che siede pensieroso; al collo porta una collana di pesci, e altri pesci riempiono anche una cesta che il Dio ha accanto a se; sono pesciolini del tutto simili a quelli seminati nei fiumi del Piemonte dai “visionari” di Artivaganti e Anemos.
In fine, circondata da un piccolo bosco di rami bianchi, c’è la lunga torre di casette per gli uccellini.
A parte questi tre pezzi, altrettanto suggestive sono le altre sculture fischianti realizzate da Kurtmulaev – meno imponenti ma comunque di grandi e medie dimensioni. Si tratta di pesci e creature bizzarre e mostruose che osservano curiose cosa accade nel nostro mondo abbarbicate ai cornicioni della chiesa, o si calano da una finestra, oppure ancora circondano devotamente il Dio del vento.
Le altre installazioni
Ma la Semina dei Pesci non è una mostra costruita solo sulle ceramiche fischianti del Maestro russo. Come abbiamo già accennato si tratta di un evento complesso che si basa anche su installazioni fatte con materiali eterogenei o su forme espressive come la poesia.
Una nuvola costituita da coloratissimi pesci alati sospesi nell’aria lasciava letteralmente a bocca aperta i visitatori. La torre dei pesci è costituita da circa un migliaio di pesciolini, realizzati interamente in carta da Emiliana e Mapi Griotti. Rappresenta la perdita di materia dei pesci, finalmente liberi di diventare creature aeree e spiccare il volo. Un’opera di grande effetto che ha richiesto un lavoro certosino sia per la costruzione dei pesci che per l’allestimento della torre (sono serviti tre giorni solo per fissare i pesci alla struttura di metallo che fa da supporto).
Altra opera di grande suggestione è il grande pesce realizzato da Lino Barazzetti utilizzando quasi 2.000 matite colorate come tessere di un coloratissimo mosaico.
La poesia
Protagonista dell’evento è stata anche la poesia, grazie a quattordici brevi composizioni sul tema dei pesci, dell’acqua e del volo. Le poesie, composte – spesso ad hoc – da altrettanti poeti, sono state lette da alcuni degli autori durante l’inaugurazione della mostra, sono state riprodotte sul catalogo della mostra, e sono state persino consumate dal fuoco insieme al forno di carta sul quale erano state affisse.
Il forno di carta
Nonostante la bellezza della mostra e la potenza lirica dei poeti, il cuore della festa è stato però il forno di carta che ha “preso possesso” della piazza di San Giorgio Scarampi. Sin dal pomeriggio del giorno prima e per tutta la giornata del 15 agosto, una squadra di persone guidate dal “Mastro fornaciaio” Gianfranco Valente si sono adoperati per preparare il forno - costruito con carta, stoffa, argilla, legna, sotto lo sguardo incuriosito ed ammirato di cittadini di San Giorno e villeggianti. Nel forno sono stati caricati un centinaio di fischietti crudi, dai più piccoli ed umili giocattoli per bambini fino ad alcune sculture di grande dimensione e notevole pregio di Valeri Kurtmulaev. Solo dopo le 17 il forno era pronto per l’accensione.
Chi ha esperienza di forni di carta sa bene che ognuno di essi fa storia a sé, e che sono tantissime le variabili che possono influire sulla buona riuscita dell’“impresa”: condizioni del vento, umidità, qualità della lega e dei pali di sostegno, e così via. Sarebbe disonesto tacere il fatto che nonostante il grande impegno non tutto è andato sempre per il verso giusto (anche chi scrive ha fatto parte della “squadra” guidata dall’infaticabile Valente!). Vi è stato anzi un momento critico, in cui il forno si è inclinato pericolosamente e sembrava che fosse inevitabile un suo rovinoso collasso. A quel punto Taluc ci ha messo una buona parola, ed anche la luna si è affacciata nel cielo serale di San Giorgio Scarampi, portando il suo presagio benigno. Alle 23 era ormai chiaro che la cottura stava andando a termine con esito positivo, e dopo 15 ore di lavoro quasi ininterrotto i nostri fornaciai si sono concessi una cena.
Una grande festa popolare
La festa è andata avanti fino a notte fonda attorno alle braci ancora ardenti del forno di carta. Abitanti di San Giorgio e visitatori erano perfettamente mescolati tra canti, balli, chiacchiere e bevute in una unica chiassosa comitiva in cui era quasi impossibile distinguere gli uni dagli altri. Anche da questo si vede la riuscita di un giorno di festa!
Altra grande festa c’è stata il mattino dopo, soprattutto per i bambini che la sera precedente avevano sorvegliato pazientemente il fuoco anelando i fischietti del forno di carta loro promessi. Il mattino dopo tutti i bambini di San Giorgio Scarampi si sono presentati puntualmente all’incasso (chi avrebbe immaginato che in paese c’erano tanti giovanissimi!). E il paese era tutto un fischiare!
Chi si fosse perso l’inaugurazione de La Semina dei Fischietti non disperi, perché avrà occasione di recuperare. Sarà possibile continuare a visitare l’esposizione presso l’Oratorio dell’Immacolata fino a dicembre. Ed è anche possibile procurarsi il curatissimo catalogo della mostra - richiedendolo alla Fondazione Scarampi.
D’altronde ormai da molti anni Anemos e Arti Vaganti - che insieme alla Scarmpi Foundation hanno ideato e organizzato la giornata - ci hanno abituati a operazioni di questo livello: eventi di grande bellezza e carica innovativa, in cui si mescolano diversi linguaggi espressivi, dalla ceramica sonora, ad altre arti plastiche e figurative, alla musica, alla poesia.
Incantevole cornice della Semina dei Fischietti è stata ancora una volta San Giorgio Scarampi ed il suo splendido Oratorio dell’Immacolata – è la terza volta dopo le mostre “Bacco e i suoni dell’anima” e “Guarda l’uccellino”. E questo minuscolo paese delle Langhe astigiane ha risposto con il consueto entusiasmo, regalando a tutti i visitatori i suoi panorami mozzafiato, la squisita ospitalità dei suoi abitanti, gli altrettanto squisiti prodotti enogastronomici nell’area.
Pesci acquatici e pesci volanti
Tema principe della mostra è quello del pesce, rappresentato nel suo naturale elemento acquatico, ma anche trasfigurato e capace di spiccare il volo verso altri lidi, facendosi messaggero di libertà e poesia.
E difatti per preparare il terreno alla trasformazione di questi pesci in creature aeree e rendere possibile il loro volo sulle Langhe, nelle settimane precedenti all’inaugurazione, un gruppo di artisti, poeti ed amici ha dato vita ad una visionaria “semina dei pesci”. Centinaia di fischietti a forma di pesce e con inciso sulle squame il nome di un poeta sono stati lanciati nel greto dei fiumi piemontesi, fecondandoli. Altre semine sono ancora previste nelle prossime settimane (sono stati usati esclusivamente pesci di terra cruda, che si sciolgono al contato con l’acqua senza contaminare l’ecosistema di questi corsi d’acqua).
L’operazione si richiama ad una tradizione dei popoli Maya, che erano soliti seminare nel terreno fischietti come rito propiziatorio ed auspicio di fertilità.
Entrando nell’Oratorio dell’Immacolata - l’ambiente che ospita la mostra - il colpo d’occhio è emozionante. Già la piccola chiesa sconsacrata - con le sue pareti spoglie e completamente bianche - è di per se incantevole. La scelta consapevole dei curatori della mostra è stata quella di rispettare in pieno la magia e l’incanto di questo luogo. Si è resistito alla facile tentazione di sovraccaricare l’ambiente di opere, realizzando invece una mostra essenziale, fatta di poche installazioni scelte e collocate con gusto nella navata e nel transetto dell’Oratorio.
Un po’ alla volta i visitatori entrano nel piccolo ambiente, osservano le opere, hanno la possibilità di girare tutto attorno ad esse, e magari di accostarvisi per soffiarci dentro e provarne il suono.
Le sculture fischianti di Kurtmulaev
Indubbiamente uno dei principali motivi di interesse della Semina dei Pesci è costituito dalle sculture di Kurtmulaev.
Sono ormai molti anni che questo artista russo è diventato uno degli autori di riferimento per gli amanti della ceramica e dei fischietti in terracotta. Tuttavia Kurtmulaev è noto quasi esclusivamente per i suoi fischietti di piccole dimensioni. In questo caso i visitatori hanno invece l’occasione unica di vedere le sue sculture di grandi dimensioni – tutte rigorosamente fischianti. Si tratta peraltro di pezzi mai esposti prima e realizzati nella primavera del 2011 ad hoc per la Semina dei Fischietti. Per preparare questi pezzi il Maestro Kurtmulaev ha lavorato per un intero - e molto intenso - mese di lavoro trasferendo sull’argilla una serie di idee e suggestioni elaborate con il decisivo contributo creativo di Armando Scuto.
Sono in particolare 3 le sculture di grandissime dimensioni presenti in mostra firmate da Kurtmulaev. In primo luogo un Orco benigno con un lungo corpo da serpente e 4 grandi teste; l’opera – lunga alcuni metri e composta da moduli scomponibili – è stata assemblata per la mostra di San Giorgio Scarampi in 4 tronconi che danno la suggestione visiva di uscire e poi rientrare dalle pareti della chiesa; dentro di sé l’Orco cova uova di pesce e di altri animali che una volta cresciuti spiccano il volo e lasciano il loro incubatore.
Poi c’è Taluc - il dio del vento – che siede pensieroso; al collo porta una collana di pesci, e altri pesci riempiono anche una cesta che il Dio ha accanto a se; sono pesciolini del tutto simili a quelli seminati nei fiumi del Piemonte dai “visionari” di Artivaganti e Anemos.
In fine, circondata da un piccolo bosco di rami bianchi, c’è la lunga torre di casette per gli uccellini.
A parte questi tre pezzi, altrettanto suggestive sono le altre sculture fischianti realizzate da Kurtmulaev – meno imponenti ma comunque di grandi e medie dimensioni. Si tratta di pesci e creature bizzarre e mostruose che osservano curiose cosa accade nel nostro mondo abbarbicate ai cornicioni della chiesa, o si calano da una finestra, oppure ancora circondano devotamente il Dio del vento.
Le altre installazioni
Ma la Semina dei Pesci non è una mostra costruita solo sulle ceramiche fischianti del Maestro russo. Come abbiamo già accennato si tratta di un evento complesso che si basa anche su installazioni fatte con materiali eterogenei o su forme espressive come la poesia.
Una nuvola costituita da coloratissimi pesci alati sospesi nell’aria lasciava letteralmente a bocca aperta i visitatori. La torre dei pesci è costituita da circa un migliaio di pesciolini, realizzati interamente in carta da Emiliana e Mapi Griotti. Rappresenta la perdita di materia dei pesci, finalmente liberi di diventare creature aeree e spiccare il volo. Un’opera di grande effetto che ha richiesto un lavoro certosino sia per la costruzione dei pesci che per l’allestimento della torre (sono serviti tre giorni solo per fissare i pesci alla struttura di metallo che fa da supporto).
Altra opera di grande suggestione è il grande pesce realizzato da Lino Barazzetti utilizzando quasi 2.000 matite colorate come tessere di un coloratissimo mosaico.
La poesia
Protagonista dell’evento è stata anche la poesia, grazie a quattordici brevi composizioni sul tema dei pesci, dell’acqua e del volo. Le poesie, composte – spesso ad hoc – da altrettanti poeti, sono state lette da alcuni degli autori durante l’inaugurazione della mostra, sono state riprodotte sul catalogo della mostra, e sono state persino consumate dal fuoco insieme al forno di carta sul quale erano state affisse.
Il forno di carta
Nonostante la bellezza della mostra e la potenza lirica dei poeti, il cuore della festa è stato però il forno di carta che ha “preso possesso” della piazza di San Giorgio Scarampi. Sin dal pomeriggio del giorno prima e per tutta la giornata del 15 agosto, una squadra di persone guidate dal “Mastro fornaciaio” Gianfranco Valente si sono adoperati per preparare il forno - costruito con carta, stoffa, argilla, legna, sotto lo sguardo incuriosito ed ammirato di cittadini di San Giorno e villeggianti. Nel forno sono stati caricati un centinaio di fischietti crudi, dai più piccoli ed umili giocattoli per bambini fino ad alcune sculture di grande dimensione e notevole pregio di Valeri Kurtmulaev. Solo dopo le 17 il forno era pronto per l’accensione.
Chi ha esperienza di forni di carta sa bene che ognuno di essi fa storia a sé, e che sono tantissime le variabili che possono influire sulla buona riuscita dell’“impresa”: condizioni del vento, umidità, qualità della lega e dei pali di sostegno, e così via. Sarebbe disonesto tacere il fatto che nonostante il grande impegno non tutto è andato sempre per il verso giusto (anche chi scrive ha fatto parte della “squadra” guidata dall’infaticabile Valente!). Vi è stato anzi un momento critico, in cui il forno si è inclinato pericolosamente e sembrava che fosse inevitabile un suo rovinoso collasso. A quel punto Taluc ci ha messo una buona parola, ed anche la luna si è affacciata nel cielo serale di San Giorgio Scarampi, portando il suo presagio benigno. Alle 23 era ormai chiaro che la cottura stava andando a termine con esito positivo, e dopo 15 ore di lavoro quasi ininterrotto i nostri fornaciai si sono concessi una cena.
Una grande festa popolare
La festa è andata avanti fino a notte fonda attorno alle braci ancora ardenti del forno di carta. Abitanti di San Giorgio e visitatori erano perfettamente mescolati tra canti, balli, chiacchiere e bevute in una unica chiassosa comitiva in cui era quasi impossibile distinguere gli uni dagli altri. Anche da questo si vede la riuscita di un giorno di festa!
Altra grande festa c’è stata il mattino dopo, soprattutto per i bambini che la sera precedente avevano sorvegliato pazientemente il fuoco anelando i fischietti del forno di carta loro promessi. Il mattino dopo tutti i bambini di San Giorgio Scarampi si sono presentati puntualmente all’incasso (chi avrebbe immaginato che in paese c’erano tanti giovanissimi!). E il paese era tutto un fischiare!
Chi si fosse perso l’inaugurazione de La Semina dei Fischietti non disperi, perché avrà occasione di recuperare. Sarà possibile continuare a visitare l’esposizione presso l’Oratorio dell’Immacolata fino a dicembre. Ed è anche possibile procurarsi il curatissimo catalogo della mostra - richiedendolo alla Fondazione Scarampi.
FOTO
1) veduta di San Giorgio Scarampi
2) Armando Scuto, presidente di Anemos, durante l'inaugurazione
3) fischietti nel forno
3) fischietti nel forno
4) Taluc, il dio del vento
5) una delle teste dell'Orco
6) e 7) La casa degli uccellini
8) La "nuvola" di uccellini di carta
9) Il grande pesce di matite
10) il "maestro" Gianfranco Valente prepara il forno
10) il "maestro" Gianfranco Valente prepara il forno
11) Musicisti
Il testo dell'articolo è di Massimiliano Trulli. Le foto di Armando, Salvo, Massimiliano
Il testo dell'articolo è di Massimiliano Trulli. Le foto di Armando, Salvo, Massimiliano
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