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lunedì 31 maggio 2010

Conclusa con successo la Biennale!


- Premio Giuria Popolare - Fischietto vincitore "Cucù con pesci" di Tommaso Niglio
(Foto di Antonella Mazzilli)


BIENNALE INTERNAZIONALE DEL FISCHIETTO IN TERRACOTTA
EDIZIONE 2010

CONCLUSIONI E PREMIO DELLA GIURIA POPOLARE A TOMMASO NIGLIO.

Si è conclusa ieri con grande successo la II Edizione della Biennale Internazionale del Fischietto in terracotta “Città di Matera” – che ha visto ancora una volta protagonista assoluta l’arte della ceramica sonora.
Numerosi sono stati i visitatori durante i 15 giorni della mostra concorso: materani, turisti e scolaresche hanno visitato la Biennale con i suoi 252 fischietti, hanno potuto ammirare la bellezza del luogo che ha ospitato la mostra - la Chiesa Rupestre di Santa Maria de Armenis (una grande scoperta per tanti materani che non l’avevano mai vista prima! )




Tra il numeroso pubblico che nelle ultime giornate ha visitato la mostra vi è stata l’artista Marianne Ban – ungherese - che ha colto l’occasione della Biennale per visitare sia la mostra che la nostra città. La sua meraviglia è stata tale che ha deciso di donare diverse sue opere per il futuro museo Internazionale del Fischietto in terracotta da farsi a Matera a cura dell’Ass. Culturale Genius loci. Le opere donate in questa seconda edizione del concorso sono 144 che insieme alla collezione privata dell’Associazione Genius Loci ed ai fischietti donati nella prima edizione della Biennale tenutasi nel 2008, creano una nutrita raccolta di circa 500 fischietti italiani e stranieri.


(In foto gli artisti Onofrio Chieco e Piero Colapietro - in arte Pico - che mostrano l'arte del costruire un fischietto)
Come da consuetudine l’Ass. Genius Loci ha proposto laboratori creativi gratuiti a bambini ed adulti, frequentati in questa edizione da scolaresche di bambini della Scuola Primaria e Scuola Media e famiglie.
Le scolaresche con i loro insegnanti, ma anche le famiglie ed i cittadini materani, che si sono succeduti incessantemente durante i giorni della mostra hanno decretato con il loro voto il vincitore assoluto per il premio della Giuria Popolare che si è rivelato essere Tommaso Niglio con l’opera di dal titolo “Cucù con pesci” con 196 preferenze. (Foto di apertura, in alto)

Lo spoglio ha interessato 1245 schede che restano a disposizione di chiunque volesse prenderne visione presso la sede dell’Associazione, per 3 mesi. Il premio della Giuria Popolare consiste in un assegno di euro 250,00.

L’iniziativa, ancora una volta, ha contribuito a far conoscere la ceramica sonora nelle sue svariate forme, colori e provenienze agli oltre 2800 visitatori ed è stata un'altra occasione per allargare la rete di contatti tra collezionisti, artisti, artigiani e neofiti “del fischietto in terracotta”.
L’inizitiva, per voce del presidente dell’Associazione Culturale Genius Loci, è stata resa possibile grazie al contributo della Regione Basilicata -Dipartimento Agricoltura, Banca Popolare del Mezzogiorno, Camera di Commercio di Matera, Altrimedia Edizioni. Ulteriori ringraziamenti vanno al Comune di Matera, Al Consorzio Vini Matera DOC, allo Slow Food di Matera, alle aziende Tenuta Zagarella e Montemurro e al Dott. Armando Scuto presidente dell’Associazione Anemos.
Arrivederci all’edizione del 2012!








TOMMASO NIGLIO


(Foto di Antonella Mazzilli)

venerdì 28 maggio 2010

Le ceramiche fischianti di Antonio Navanzino tra fiaba e devozione

E’ un piacere stare ad ascoltare Antonio Navanzino che racconta delle sue ceramiche e dei suoi fischietti. Spesso gli artigiani della terra cotta sono uomini abituati a far parlare soprattutto le loro mani, ma meno avvezzi a raccontare a parole di sé e del loro mestiere. Non è il caso di Antonio, che riesce ad appassionare il suo interlocutore. Sarà forse una dote che ha appreso lavorando come docente all’Accademia delle Belle Arti, o scrivendo come ceramologo sulle riviste specializzate. O forse è semplicemente frutto della grande passione che ha per il suo mestiere e per le tradizioni della sua terra, la Sicilia. Questa passione traspare ad esempio quando ci parla della magia del fischietto:

“E’ una cosa bellissima: il fischietto è fatto di 4 semplici elementi: aria, terra, acqua, fuoco. Ma quando ci soffi l’aria dentro, con questo gesto banale tu gli dai vita all’argilla, perché la fai suonare! E’ quasi come riprodurre l’atto divino con il quale Dio soffiò sulla materia e creò l’uomo.”

La nostra chiacchierata ha luogo nella bottega gestita dal giovane ceramista a Caltagirone. Antonio ha solo 32 anni, ma può essere considerato a pieno titolo erede della tradizione antichissima che questa città vanta nel settore della ceramica e nella produzione dei fischietti. Il Padre Francesco, ceramista anche lui, ha appreso il mestiere nell’antica bottega Iudici, e Antonio stesso ha imparato a fare i fischietti da Salvatore Leone.[1]
“Quella è una foto di Papà a 10 anni nel laboratorio della famiglia Iudici – ci spiega indicando una foto degli anni ’40 che tiene incorniciata nel suo studio. Gli Iudici sono ceramisti da generazioni. Già nell’800 esisteva la bottega Judici - con la “J” lunga, che poi col tempo si è trasformata in “I “ all’anagrafe.”

“A Caltagirone, come in tutta l’Italia del Neorealismo, i bambini dovevano lavorare, dovevano imparare un mestiere. Papà scelse proprio quello di ceramista perché gli piaceva disegnare. Quindi andava a scuola, all’istituto d’arte, e il pomeriggio - ed in estate tutta la giornata - frequentava la bottega Iudici e la fabbrica Vella.”

Totò Leone e gli altri maestri di Antonio

Parlando dei suoi esordi nel mondo della ceramica sonora, Antonio non dimentica di tributare un omaggio a una serie di artigiani ed amici che gli hanno trasmesso la passione per i fischietti. Persone che lo hanno arricchito sia umanamente che dal punto di vista tecnico, e gli hanno permesso di diventare il ceramista raffinato che è oggi.
“I fischietti miei ho iniziato tardi a farli. Papà comprava i fischietti da Salvatore Leone, un semplice muratore che, ormai settantenne, realizzava questi che in Sicilia sono chiamati pasturi , e li vendeva in giro. Io avevo 16, 17 anni, e rimanevo affascinato da questi oggetti così popolari, strani, che mi davano il senso della cultura che ho sempre amato, la cultura nostra. Rubavo uno alla volta a Papà i fischietti che lui metteva sullo scaffale. Se ne è accorto quando quelli miei sono diventati 200!”

“Una volta chiesi a Migliore, un ceramista che ospitava Leone, di farmelo incontrare, perché avevo voglia di capire come si realizzava questo fischietto. E Salvatore Leone con molta umiltà, con molta semplicità, mi disse: ma che ci vuole? Niente: prendi due stecche, un po’ di argilla. E d’un colpo mi ha mostrato la tecnica.
La cosa più importante che mi spiegò lui è di perseverare nel fare il fischietto a modo tuo. Ognuno di noi ha una sua tradizione. Invece capita di vedere un po’ ovunque questi fischietti commerciali tutti uguali. Questo è il commercio!"

"Ma io volevo fare proprio il fischietto popolare siciliano, quello di Leone, questo contadino che non sapeva nemmeno parlare correttamente in italiano, ma che aveva scoperto il segreto di come l’aria poteva passare attraverso l’argilla producendo un suono." Ed in effetti i primi fischietti fatti da Antonio circa 10 anni fa e che lui ancora conserva nel suo studio ricordano molto da vicino quelli di Leone.
“Conservai la lezione di Leone e di questo suo modo di fare i fischietti. E a quel suo messaggio - il fischietto fattelo a modo tuo! - rimango fedele tutt’oggi.”

“Devo ringraziare mio Padre, perché mi ha dato la bottega in mano e non mi ha detto mai: ma che minchia stai facendo? (scusate se uso questa parola). Qualcun’altro avrebbe potuto dire: sono minchiate, stai sprecando argilla! Invece lui – che fa parte dei vecchi artigiani - ha sempre compreso le mie scelte. Ed io ho sempre chiesto consiglio a lui.”

“Ma più di tutti, però, devo ringraziare Totò Cardello,[2] perché io avevo già imparato il fischietto, ma l’avevo un po’ accantonato. Con Cardello ci siamo trovati una notte all’aeroporto di Bologna ed abbiamo passato insieme 12 ore ad aspettare l’aereo. In 12 ore si raccontano tante cose, e lui mi ha raccontato di questo mondo dei fischietti. E mi ha invitato a partecipare alle varie mostre.”

Proporzioni e “sproporzioni” nell’arte popolare

Antonio ci spiega come il suo particolare stile nasca in realtà dalla fusione di varie suggestioni: l’amore viscerale per la cultura popolare, l’interesse per stili e scuole diverse, la sperimentazione continua nel campo della tecnica ceramica. E ci spiega anche come l’imprecisione e la mancanza di proporzioni che sono proprie dell’arte popolare, a volte, possano conferire particolare espressività ad un soggetto.
“Non cerco necessariamente la bellezza in un fischietto, perché non voglio che si perda quel messaggio di fischietto popolare, di popolarità.
La tradizione Siciliana è grandissima. E’ così vasta che penso non mi basterà la vita intera per analizzala. E quindi spesso io trasporto nei fischietti quello che imparo sulla cultura popolare.
Analizzando i fischietti popolari ho capito quanta parte conservino della cultura contadina. Li modellavano artigiani che non conoscevano le proporzioni e non sapevano realizzare una figura utilizzando le proporzioni corrette, ma comunque riuscivano a realizzare lavori molto espressivi.
Io non posso fare come loro. Ovvero: potrei anche farla una riproduzione di questi fischietti tradizionali, come scelta commerciale. Ma metterei un vestito che non mi appartiene, e sarebbe anche ingiusto nei confronti di queste persone che avevano quel tipo di cultura. Io ne ho un’altra.
Quindi il mio fischietto nasce da una trasformazione, alla Dragonball. Metto insieme il popolare, la cultura dell’artigiano, l’antropologia. Faccio un cocktail di tutto questo, miscelo, ed escono questi fischietti. Se devo realizzare un’opera di arte colta lo faccio rispettando le dovute proporzioni. Ma al fischietto voglio dare un senso diverso, popolare. Facendo capire che conosco la tecnica, che conosco le proporzioni, ma che le sproporziono volontariamente. I segreti del mestiere li ho rubati ai vecchi artigiani per poi applicarli a questo nuovo messaggio antico.”

“Penso al fischietto come se avesse un compressore dietro, che lo gonfia improvvisamente, come un palloncino. Improvvisamente prende delle proporzioni che non sono legate alla figura normale.
Lavoro un po’ miscelando in questi fischietti tutta una serie di aspetti: la tradizione del pupo siciliano, ma anche la colorazione delle barche nostre siciliane. Un’altra cosa che io amo molto è parlare con gli anziani, con gli anziani ultraottantenni, perché ancora mantengono – e possono trasmetterti - la cultura popolare. “

Soggetti religiosi e profani

Tra i fischietti di Antonio numerosi sono quelli a tema religioso. I cosiddetti santi con il fischio sono d’altronde una caratteristica di Caltagirone e della Sicilia, che Navanzino re-interpreta con grande rispetto, ma anche senza risparmiare la sua fantasia ed il suo estro.
“Non si tratta di mancanza di rispetto, ma il santo per me è una persona normale. Giacomo era un pescatore. Così, un San Giacomo è più facile pensarlo somigliante ad un pescatore di Cefalù - corto, nero, bassino - che ad un uomo alto, con gli occhi azzurri.”

"Nelle cappelline sparse per le contrade d’Italia, il contadino un po’ più bravo degli altri a disegnare, dipingeva delle figure di santi tutte sproporzionate. Ma perché? Perché rappresentava se stesso. Il contadino infondo faceva copia e incolla di se stesso sulle figure di questi santi. E’ come se volesse vestire se stesso con il vestito del santo. Pensiamo un attimo a Van Gogh, pensiamo a come vengono rappresentati i contadini nell’espressionismo.
Ad esempio, questi contadini provavano a immaginare gli angeli custodi con le ali. Ma il contadino in campagna quali ali aveva davanti agli occhi? Solo quelle del pollo! E poi magari per disegnare una faccia provava a immaginare la sua faccia – che era la faccia di un contadino che lavora la terra - con una parrucca bionda. E quindi l’angelo da lui disegnato aveva le ali della gallina, un sacco di farina bianca addosso, e della paglia per capelli.
Così è nato un pezzo a cui sono particolarmente legato e che non venderò mai. E’ una sorta di angelo-pollastrone. “

La creatività di Antonio si esprime molto anche in soggetti e temi presi dalla mitologia o dalle favole.
“Leggo molte favole. La fantasia esce da li: la rubo dalle favole.
Un'altra cosa che mi piace rappresentare sono le figure della mitologia: il mito di Ulisse, ad esempio. Ma anche figure letterarie come Pinocchio e Don Chisciotte per me sono ormai entrate nell’immaginario collettivo e possono essere considerate un mito, che può essere rappresentato in migliaia di modi.
Mi è piaciuto molto rappresentare Adamo, Eva e il serpente, ironizzando alla siciliana sulla cosa. Li ho rappresentati come un uomo ed una donna goffi, normali, messi a nudo. Ed attorno ad un albero c’è questo serpente umanizzato che con la lingua arriva nel seno di Eva, gli sta sbavando dietro. E dall’albero esce la mano di Dio che fa le corna ad Adamo.”

“Un'altra cosa importante: io non lo rivelo mai a nessuno, neanche a mia moglie, ma per fare le facce copio la gente che conosco. Oggi sto parlando con voi e può darsi che un domani uno di voi sarà messo là dentro, ma non lo dirò mai.“

Il presepe francescano

Ad un’opera Antonio è particolarmente attaccato. Ci lavora già da 3 anni e preferisce non azzardare previsioni rispetto a quando riuscirà a concluderla. Si tratta in qualche modo di un’opera monumentale: un grande presepe che man mano lui arricchisce di nuove statue fischianti. Per ospitare i personaggi ha costruito una struttura fatta con tavole e tubi di ferro, che occupa un’intera stanza del suo laboratorio.
“Ho voluto dedicare a San Francesco d’Assisi questo presepe che costruirò negli anni. Non so quando lo finirò, nel 2100 forse, perché voglio campare a lungo.
Ho voluto rappresentare questi frati bonaccioni, con un faccione bello grosso. Quindi brutti, frati brutti. Ma frati celestiali, che comunque ormai appartengono al mondo degli angeli. E questi frati - ormai volati in cielo, con le ali del pollo - hanno gesti e atteggiamenti da hippy, da punkabbestia. Mi sono ispirato a questi gruppi hippy che ho visto a San Gimignano. Mi hanno colpito: stavano tutti assieme, madri, padri, figli. Con questo senso della comunità, di gioia collettiva. Avevano un atteggiamento di grande libertà, ma anche di rispetto per i turisti. Quindi mi è piaciuto questo loro messaggio di allegria, di pace.
In questo presepe ho messo quindi tutti questi frati attorno a Gesù che ballano, ridono, scherzano. Hanno una grande libertà, ma comunque perseguono la santificazione di Gesù.
Non amo la bestemmia. Scherzare si, ma con il giusto rispetto. Vi garantisco che i miei fischietti li ho fatti vedere a dei francescani e si sono divertiti da impazzire.”

“Per me la nascita di Gesù, il Natale, è la favola più bella del mondo. E questo a prescindere dall’essere credenti o meno. Io ci credo, nella nascita di Cristo, ma il Natale probabilmente è la “storia delle storie”. Porta con se una grande positività, fa rinascere la speranza. E poi contiene un messaggio importante, un messaggio filosofico, che è il messaggio del mito dell’eterno ritorno. L’eterno ritorno significa allora che se io rivedo il mestiere del ceramista nel presepe, rivedo me stesso. Quindi io faccio parte della nascita di Cristo. Ogni anno il 25 dicembre tutti noi siamo complici di questa favola.”

Un percorso di sperimentazione continua

Passiamo a parlare con Antonio delle tecniche che usa per realizzare i suoi fischietti. E diviene subito chiaro che è il tipo di persona sempre alla ricerca di nuove soluzioni, per il quale ogni risultato è più un punto di partenza per inventare qualcosa di diverso che un punto di arrivo.
“A volte utilizzo il tornio per fare le strutture dei fischietti. Faccio dei cilindri e poi gli costruisco sopra il personaggio. Ultimamente mi sta seccando usare il tornio. Quindi butto argilla per terra, faccio delle sfoglie di argilla enormi, uso rotoli di cara igienica per dargli la struttura. Poi li metto al sole di Sicilia per una mezz’oretta, così si indurisce un po’ l’argilla. E poi via, ci lavoro sopra, così, con molta libertà.
Prima utilizzavo un atteggiamento diverso quando facevo i miei fischietti. Se volevo fare una mano mi sforzavo di farla per bene, con tutte le dita perfette, eccetera. Ora invece no: vado avanti proprio con espressione libera, perché mi sono convinto che se in quel pezzo di argilla quella piega è venuta in un certo modo, quella piega ha la sua storia.
A me piace l’espressionismo, quindi per questo dò dei solchi ai fischietti: Devono essere proprio solcati dal tempo. Ecco: un solco del tempo.”

“Solitamente, il fischietto in Sicilia è colorato a freddo. Io sono l’unico che fa sempre il fischietto in maiolica. Sempre per colpa di Totò Cardello. Perché ho visto tutte quelle rassegne che lui organizzava, ed ho analizzato tutti i lavori dei vari grandi artisti come Biavati, Poloniato.[3] Ho anche scoperto realtà che non immaginavo, come i fischietti russi. E quindi ho capito che utilizzando una tecnica più elaborata, l’opera acquista un senso diverso. Compreso l’uso della maiolica.”

“Realizzo i pezzi con argilla comune, argilla italiana. Ora ho comprato un forno per fare i fischietti in gres e porcellana. Perché 2 anni fa ho visitato la Bottega delle Stelle di Biavati, ho visto le sue opere fatte con questo materiale e mi hanno affascinato. Ma attenzione: il gres voglio utilizzarlo sempre mantenendola mia tradizione, il mio modo di fare il fischietto.
Il mio intento è questo, di arrivare a fare il fischietto con tutte le tecniche della terra, dell’argilla. Voglio metterci la maiolica, la porcellana, il gres, nel fischietto. In un unico fischietto”

“Vorrei fare dei fischietti giganti. Già ho in mente questi pupi siciliani, queste marionette giganti. O un Federico II su una poltrona enorme. Magari li farò a pezzi, perché il forno non consente di cuocerli tutti interi, però parlo di marionette che supereranno i 2 metri e mezzo, “

Che il rapporto di Antonio Navanzino con la ceramica sia di amore incondizionato lo conferma lui stesso raccontandoci di quando non riesce a staccarsi da un pezzo fino a quando non lo ha finito, o di quando lavora un’intera notte ad un fischietto.
“Abito sopra al mio laboratorio, e mi capita anche la notte di scendere a fare un fischietto. Oppure non vado a dormire finchè non lo completo. Purtroppo ho questo vizio, lo devo completare. Mia moglie mi sopporta. D’altronde già mi conosceva bene prima di sposarci. E prima che avessimo dei figli magari restava con me a farmi compagnia durante il lavoro.”

Fischietti "con la sorpresa"

Probabilmente la cosa che meglio sintetizza il modo di essere di Antonio, la sua ironia e il suo anticonformismo, è la spiegazione che da alla sua scelta di fare dei fischietti in modo che suonino solo se ci si soffia dentro a pieni polmoni.
“Il mio fischietto quando tu lo fischi normalmente non si sente bene, è quasi afono. Invece se lo suoni forte lo senti eccome. Tante volte quando ho partecipato ai concorsi mi hanno telefonato per dirmi: guardi, li dobbiamo rifiutare i suoi fischietti, perché non fischiano. Io rispondo di provare a suonarli con tutto il loro fiato, e allora scoprono che fischiano fortissimo.
Questo perché? Perché quando la membrana finale del fischietto è sottile la vita di quel fischietto è breve. Perché è fatto di argilla, quindi prima o poi cade e si rompe, oppure un bambino ci mette i denti e si rompe la membrana. Io voglio che quel fischietto resti sempre, quindi faccio la membrana più doppia. Avendo la membrana più doppia ci vuole più fiato. Quindi i miei fischietti fischiano, potete stare tranquilli!
Però è bella questa cosa, ormai li faccio sempre così, che tutti inizialmente dicono: ma è una truffa! E invece dopo scoprono che fischia fortissimo. Non ci metto le istruzioni, è bello che mi debba chiamare la persona per protestare e poi ri-scoprire la sorpresa. Io sono burlone, forse è anche per questo che faccio i fischietti!”

Più che un mestiere una passione

Come praticamente tutti gli autori di ceramica sonora anche affermati, Antonio ci conferma che i fischietti rappresentano più una passione che un mestiere sul quale contare dal punto di vista reddituale.
"Io non so fare i conti bene, ma i fischietti sono forse l’1% del mio reddito. Perché spesso non li voglio dar via. E poi ne faccio pochi. Una domenica ogni tanto, il sabato, così. Oppure, possibilmente, su quel fischietto che faccio ci sto sopra un mese. Perché dopo ho questa prigione mentale: ecco, l’ho fatto. Ed ora come lo coloro? E ora che tecnica uso? Quello è il casino! Certe volte mi fa dannare, ma ripeto reddito ne ricavo poco. E poi ho paura a far diventare un reddito questa cosa. “

“Non riproduco mai le stesse cose. Per mia scelta non faccio il calco di questi fischietti, perché se devo studiare la cultura popolare devo andare sempre avanti, non posso rifare le stesse cose.
A volte qualche collezionista mi dice: “ma costano troppo!” Ma la verità è che ci sto troppo tempo a farli!”

“Io oltre ad essere insegnante campo con la ceramica. Quindi quello è il mio mestiere. Ad esempio uscirò per l’anno nuovo con questa serie liberty.[4] Mi diverto a sperimentare con la ceramica, infatti il fischietto è frutto di questa ricerca, ne è una conseguenza. Le tecniche le sperimento prima sul mio lavoro quotidiano, quello della ceramica, e poi il fine settimana magari le applico ai fischietti perché mi è rimasta l’euforia di quello che ho fatto, che ho sperimentato durante la settimana. Quindi i fischietti sono figli della tecnica che io sperimento tutti i giorni. Non potrei da hobbista ottenere gli stessi effetti. E’ una continua sperimentazione. Non si deve mai dire: io già so fare. Serve una continua ricerca.”

“Devo ringraziare Dio perché sono nato in una realtà come Caltagirone. Un po’ di talento, quello ce lo mette Dio. E poi serve tanta volontà. La ceramica ti dà il pane, ma devi imparare a mangiarlo, a morderlo. Devi avere rispetto del dono che ti è stato dato, non devi abusarne. “

Con le sue radici saldamente ancorate alla tradizione siciliana e la sua continua tensione verso la sperimentazione, Antonio Navanzino può a nostro parere essere accostato a quegli artisti che – come Bonaldi, Biavati, Rigon, Paccagnella - hanno saputo rinnovare la tradizione del fischietto popolare elevandola a forma d’arte. E a nostro parere Antonio si avvia a diventare insieme a questi nomi uno degli autori di riferimento per gli amanti della ceramica sonora.


Massimiliano Trulli

NOTE

[1] A Mario Iudici e Salvatore Leone, i più noti ed apprezzati autori di fischietti tradizionali della Sicilia, abbiamo dedicato il post di questo blog pubblicato il 16/3/10
[2] Salvatore Cardello, grande intenditore e appassionato di ceramica sonora, è stato il principale artefice della Rassegna dei Fischietti che si è tenuta a Caltagirone tra il 1988 ed il 2003. Anche di lui abbiamo scritto nel post del 30/11/09
[3] Riccardo Biavati, ceramista ed autore di ceramiche sonore, vive ed opera a Ferrara. A Nove, in Veneto, sono invece attivi sia Domenico che Diego Poloniato, padre e figlio, autori di cuchi e di arciduchi di grandi dimensioni.
[4] La nostra conversazione è avvenuta nell’autunno del 2009, quindi stiamo parlando dell’anno in corso.

domenica 23 maggio 2010

GIORNATA dello SCARABOCCHIO: tutti insieme per Haiti!

GIORNATA DELLO SCARABOCCHIO
TUTTI INSIEME A SCARABOCCHIARE
CON HAITI NEL CUORE!









Cosa abbiamo fatto?
A tutti i partecipanti è stato consegnato un format prestampato ai cui estremi sono disegnate due mani che: i tanti scarabocchi finiscono, quindi, col dar vita, metaforicamente, ad un'opera unica, poiché ogni disegno si lega a quello precedente ed a quello seguente, per condividere l'intento comune di aiutare, sempre più concretamente, chi è meno fortunato di noi.
Alla consegna del format ogni partecipante ha donato un piccolo contributo di 2 euro, e l'importo complessivo sarà infine donato all'Unicef per aiutare lo sfortunato popolo di Haiti a trovare un futuro più sereno.

I disegni di arte spontanea che qui vedete affissi sono più di 250: un’esplosione di colori, di immagini, di segni.






Grazie alle donazioni dei partecipanti si sono raccolti 600,00 euro che presto saranno inviati all’Unicef per Haiti.









Nella giornata di ieri inoltre è iniziata l’asta delle cartoline d’artista arrivate da tutto il mondo. In esposizione ve ne sono 134 ma altre si aggiungeranno perché questa iniziativa di supporto alla Giornata dello Scarabocchio pro Haiti è stata accolta da tante persone, artisti e non, che hanno inviato il loro lavoro di arte postale al nostro indirizzo.
Ecco il contenuto della lettera che abbiamo ricevuto da Beatrice Toscano da Agno - Svizzera insieme alle cartoline:
"Egregi signori, ho visto il vostro annuncio "A doodle for Haiti" su Facebook ed ho deciso di proporre agli utenti del centro diurno dove lavoro di preparare alcuni scarabocchi. Con tanto piacere vi invio gli scarabocchi che abbiamo fatto sperando di poter contribuire anche noi ad un piccolo aiuto per Haiti. Trovo l'iniziativa meravigliosa perchè dà la possibilità di partecipare anche a chi per svariati motivi non ha possibilità di partecipare in altro modo. Un grazie di cuore a chi ha avuto l'idea ed a chi l'ha attuata"
Le cartoline rimarranno in mostra presso i locali del Primo Circolo “Minozzi” in via Lucana a Matera fino al 20 Giugno, la mostra si sposterà poi nei locali di Spazio Libero a Matera, fino al 5 Luglio dove l’asta silenziosa continuerà.

In cosa consiste l’asta silenziosa? A tutti coloro che intendono partecipare all’asta viene consegnato l’elenco dei lavori, con uno spazio libero in cui poter aggiungere la propria offerta. Il foglio viene inserito in un urna che sarà aperta il 5 luglio. Coloro che si sono aggiudicati la cartolina saranno contattati dalla scuola a fine evento.


UN GRAZIE DI CUORE A TUTTI!

martedì 18 maggio 2010

I vincitori della II Biennale del fischietto in terracotta di Matera


Inaugurazione con Sorpresa alla II Biennale di Matera

La Biennale di Matera si è aperta con una bella sorpresa: l'incontro - che possiamo definire “storico” per il mondo della ceramica sonora - tra i grandi maestri Beniamino Loglisci e Tommaso Niglio. Si tratta degli ultimi discendenti delle due dinastie di artigiani delle Murge che già dal XIX secolo rivaleggiavano per realizzare i fischietti più belli. Ed ancora oggi i cucù di Matera e i Cola Cola di Gravina si contendono le preferenze degli appassionati e dei collezionisti. Da giovani, i due artigiani si incontravano tutti gli anni durante i pellegrinaggi presso il Santuario della Madonna di Picciano, dove i loro fischietti erano ricercatissimi dai pellegrini. Ora i due grandi “rivali” – che a quanto hanno affermato loro stessi non si vedevano ormai da più di 50 anni – si sono ritrovati non senza una punta di emozione all’inaugurazione della Biennale di Matera, dove hanno presieduto alla cerimonia di apertura insieme ai rappresentanti dell’Associazione Genius Loci e del Comune di Matera.

La II edizione della Biennale si svolge nell’incantevole cornice della chiesa rupestre di Santa Maria de Armenis, nel cuore dei Sassi.
La partecipazione al concorso è stata massiccia: 67 artisti provenienti da tutte le regioni d’Italia oltre che da Francia, Germania, Russia, Danimarca e Ungheria.
Il risultato è una emozionante e coloratissima esposizione di circa 300 fischietti che sarà possibile visitare tutti i giorni fino al 30 maggio.

L’esposizione della Biennale è arricchita dalla mostra tematica “Fischia con Gusto”, dedicata a fischietti sui temi del cibo e del vino provenienti dalla collezione Scuto.

L’artista russo Valery Kurtmulaev era presente con i suoi fischietti durante i primi due giorni di apertura della Biennale, e Pico ha tenuto laboratori di costruzione dei cucù che hanno deliziato bambini e adulti.
La risposta del pubblico è stata massiccia: centinaia di visitatori soltanto nel primo fine settimana di apertura della Biennale.

I VINCITORI della edizione del Concorso Internazionale del Fischietto in Terracotta
"Città di Matera" - Maggio 2010

Per quanto riguarda gli esiti del concorso, la giuria di esperti guidata dal Presidente dell’Associazione Anemos per la valorizzazione della ceramica sonora, il Dott. Armando Scuto, ha deciso l’assegnazione dei seguenti premi e menzioni speciali:

1° Premio a Nicoletta Paccagnella di Nove (VI) con l’opera “Campanella Pupa”. Motivazione: passaggio dalla tradizione all’innovazione con forti componenti simboliche, artistiche e grafiche.

2° Premio a Francesca Antoniotti di Pralungo (BI), con l’opera “Arca Battella”. Motivazione: complessità nell’esecuzione e carica di gioia compositiva.

3° Premio: Donato Francia di Silvi Marina (TE) con l’opera “Armonia”. Motivazione: nell’opera è preponderante il forte dialogo tra le terre e la composizione stilistica.

Miglior fischietto della tradizione: “Cavalli e cavalieri” di Ede Napoletti di Deruta (PG) .

Miglior fischietto innovativo: Francesco Rigon di Nove (VI) con l’opera “Carrettino”.

Miglior fischietto straniero: Valery Kurtmulaev – Russia - con l’opera “In vino veritas” e Bernard Galy con l’opera “Testa di cavallo”.

Miglior fischietto ad acqua: Francesco Di Martino di Torino con l’opera “Insetto”.

La giuria inoltre ha conferito uni riconoscimento alla carriera a Beniamino Loglisci di Gravina di Puglia (BA).
Una menzione speciale della Giuria è stata data alla Scuola dell’Infanzia di Ficulle (TR) per la bellezza e la semplicità dell’esecuzione dei pezzi realizzati nell’ambito del laboratorio realizzato da Paola Biancalana.

Sarà invece possibile a tutti i visitatori votare fino al 30 maggio per quanto riguarda il premio della giuria popolare.





Elenco dei partecipanti alla Biennale: in ordine di arrivo dei pezzi.



ELENCO PARTECIPANTI
BIENNALE INTERNAZIONALE DEL FISCHIETTO IN TERRACOTTA “CITTA’ DI MATERA”
II EDIZIONE
15- 30 MAGGIO 2010

N opere NOMINATIVO NAZIONE CITTA’

1 MERICO VALERIA AREZZO
2 PIODELLA PATRIZIA VERBANIA
3 GAMBARETTO ETTORE ALBISOLA SUP. (SV)
4 COLOMBO CLAUDIO VERBANIA
5 DE LAZZER GIUSEPPE FELTRE (BL)
6 UNIV. TERZA ETA’ Auser 1 corso Sez A BARI – PALESE
7 MAIORANO PATRIZIA PALESE (BA)
8 ZIEGEL MARA GERMANIA Langgons-Cleeberg
9 NAPOLETTI EDE DERUTA (PG)
10 COMACCHIO ANDREA MAROSTICA (VI)
11 STROPPARO ENRICO MAROSTICA (VI)
12 PACCAGNELLA NICOLETTA NOVE (VI)
13 RIGON FRANCESCO NOVE (VI)
14 GALLUFFO MARISA BINANUOVA (CR)
15 CALI’ AURORA Villa San Giovanni (RC)
16 FRANCIA DONATO SILVIA MARINA (TE)
17 ANTONIOTTI FRANCESCA PRALUNGO (BI)
18 LOBOSCO GIUSEPPE BARI
19 LONE MUNKGAARD DANIMARCA COPENHAGHEN
20 POLONIATO DIEGO NOVE (VI)
21 BONOTTO CLAUDIO NOVE (VI)
22 GALY BERNARD FRANCIA Boutiers St. Trojan
23 UNIV. TERZA ETA’ Auser 1 corso Sez B BARI – PALESE
24 VIESTI ELENA BARI – PALESE
25 ZANNINI Maria Giovanna Pieve di Cadore (BL)
26 BIANCALANA PAOLA FICULLE (TR)
27 SCUOLA INFANZIA FICULLE (TR)
28 NICOLOSI MIMMA TORINO
29 CASSANO PASQUA ROSARIA BARI
30 LANDI LUCIANO FIRENZE
31 MANGANI ANNA LISA FIRENZE
32 NAVANZINO FRANCESCO CALTAGIRONE (CT)
33 NAVANZINO ANTONIO CALTAGIRONE (CT)
34 GIORDANO DOMENICO MATERA
35 FECCHIO IDELMO GRILLARA (RO)
36 FECCHIO BENVENUTO GRILLARA (RO)
37 UNIV. TERZA ETA’ Auser 2 corso Sez B BARI – PALESE
38 DILORENZO GIUSEPPE RUTIGLIANO (BA)
39 BAN MARIANN UNGHERIA BUDAPEST
40 GIACOIA MARIA TERESA MATERA
41 ANDRISANI CHRISTIAN MATERA
42 BUDINI GIANFRANCO CASTELBOLOGNESE (RA)
43 RAUSSE ARMANDO NOVE (VI)
44 DIDONNA PAOLO RUTIGLIANO (BA)
45 GIULIANO LUIGIA BARI
46 DRAGONETTI ILENIA G. MATERA
47 LOSGLISCI BENIAMINO GRAVINA (BA)
48 DI MARTINO FRANCESCO TORINO
49 SPADARO GIUSEPPINA TORINO
50 MAZZILLI ANTONELLA MATERA
51 RICCIARDI IGNAZIO E FRANCO SCIACCA (AG)
52 NIGLIO TOMMASO MATERA
53 CHIECO ONOFRIO MONDOVI’ (CN)
54 KEATONIO (TRULLI MASSIMILIANO) TRIGGIANO (BA)
55 PAGLIARULO ROSA RUTIGLIANO (BA)
56 BUFALI ALBERTO PERUGIA
57 MOCCIA VITO RUTIGLIANO (BA)
58 MASI VITINA POTENZA
59 PICO MATERA
60 LAPOLLA ANGELA POTENZA
61 PECORARO MARIA LUCIA POTENZA
62 FESTA MARIA BRUNA MATERA
63 LA NOSTRA TERRA DI GALLO MARIA RUTIGLIANO (BA)
64 AMBROSECCHIA TIZIANA MATERA
65 SONNO SILVANA PERUGIA
66 NITTI VITO CASTELLANA GROTTE (BA)
67 KURTMULAEV VALERY RUSSIA

Biennale: Rassegna stampa on line

Per approfondimenti sulla Biennale ecco alcuni articoli presenti on line:

http://www.ilmiotg.it

http://www.trmtv.it (con video!!)

http://www.ilpomeridiano.it/

http://fischietti.blogspot.com/

mercoledì 12 maggio 2010



BIENNALE INTERNAZIONALE DEL FISCHIETTO IN TERRACOTTA
"CITTA' DI MATERA"
II EDIZIONE
15 - 30 MAGGIO 2010




INAUGURAZIONE
Sabato 15 maggio 2010 ore 18, 30 Chiesa Rupestre Santa Maria De Armenis – (Nei pressi del Palazzo Lanfranchi – Piazzetta Pascoli – Matera)
Con la Partecipazione dell’artista russo Kurtmulaev

ORARI DI APERTURA
Tutti i giorni dalle ore 10.00 alle 13.00 / dalle ore 16.30 alle 21.00
Ingresso Libero
Tutti i visitatori potranno votare il fischietto più bello per assegnare il premio della Giuria Popolare.

EVENTI COLLATERALI
" Fischia con gusto" - Mostra di fischietti a tema enogastronomico collezione privata dott. Armando Scuto (Cuneo)
Esposizione e degustazione vini - in collaborazione con Consorzio Matera D.O.C. e Slow Food Matera –

Laboratori del “fare creativo”

Ogni domenica mattina ore 11,00 - 13,00 : laboratori dimostrativi di modellazione e decorazione fischietti da parte dell'artista Pico;
Domenica 23 maggio 16,30 – 18.00 : laboratorio di Scarabocchi Zen per bambini (conduce Tina Festa)
Domenica 30 maggio – 17,30 – 19,30: laboratorio di Scarabocchi zen per adulti (conduce Tina Festa)

La partecipazione ai laboratori è libera e gratuita, è necessaria la prenotazione

Segreteria organizzativa:
Associazione Culturale "Genius Loci"
Rione Casalnuovo, 308 – Matera

Tel. e fax 0835 314139
333.7126287
335.8185461

geniuslocimatera@libero.it
www.geniuslocimatera.blogspot.com

Evento sponsorizzato da: Camera di Commercio di Matera - Banca Popolare del Mezzogiorno.
In collaborazione con
Altrimedia – Ass. Anemos – Slow Food Matera – Consorzio Matera D.O.C.


LA CERAMICA COL FISCHIO

I fischietti in terracotta sono manufatti che suonano, come per magia, al semplice soffio di un fiato. La produzione di fischietti in terracotta è una tradizione affascinante, che attraversa il tempo e lo spazio. Le ceramiche fischianti sono tradizionalmente presenti in tutto il mondo, praticamente ovunque esista la materia prima fondamentale: l’argilla.
Dagli anni ‘80 in poi la ceramica sonora vive una stagione nuova che le ha dato nuova linfa rispetto al passato. Antropologi e studiosi si sono finalmente dedicati ad un lavoro di approfondimento serio e sistematico che ha ridato dignità artistica alle terrecotte sonore ritenute per troppo tempo, a torto, una forma di espressione marginale o di scarso valore. Contemporaneamente, un crescente numero di appassionati di arte popolare ha alimentato il mercato del collezionismo rendendo oggetti unici i fischietti.
In molte località d’Italia sono sorte rassegne dedicate ai fischietti e persino musei specializzati così come è in procinto di realizzarsi il Museo Internazionale dei Fischietti in terracotta a Matera.
I fischietti in terracotta sono opere d’arte ricca di poesia, hanno il dono del linguaggio universale, in grandi e piccini suscitano interesse e meraviglia allo stesso tempo. Donare un fischietto è da sempre segno di pace, amore, amicizia.
A Matera, in Italia e nel Mondo, l’Associazione Culturale Genius Loci, e l’Associazione Anemos promuovono la diffusione della cultura della ceramica sonora attraverso rassegne, mostre, laboratori didattici e pubblicazioni.

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